“I’ll Become a Villainess Who Goes Down in History”: la Recensione della Prima Stagione dell’Anime Isekai più Divertente dell’Anno

“I’ll Become a Villainess Who Goes Down in History”: la Recensione della Prima Stagione dell’Anime Isekai più Divertente dell’Anno

Nel panorama degli anime isekai, che da anni conquistano il pubblico con storie di reincarnazione e mondi paralleli, “I’ll Become a Villainess Who Goes Down in History” (titolo originale Rekishi ni Nokoru Akujo ni Naru zo: Akuyaku Reijō ni naru hodo Ōji no Dekiai wa Kasoku suru yō desu!) si distingue per la sua proposta fresca e divertente. Adattamento della light novel di Izumi Okido, con illustrazioni di Jyun Hayase, la serie ha catturato l’attenzione dei fan fin dal suo debutto come web novel nel 2018. L’evoluzione da web novel a manga e poi a serie anime, che ha debuttato nell’ottobre 2024, dimostra come questo titolo sia stato in grado di conquistare il cuore degli appassionati del genere.

La trama ruota attorno ad Alicia Williams, una giovane ragazza che, dopo essersi reincarnata come la villainess di un otome game, decide di abbracciare la sua nuova identità. Il suo obiettivo è diventare la “malvagia” più grande di sempre, ma ben presto si rende conto che, nonostante i suoi sforzi per essere cattiva, le sue azioni finiscono per risultare più positive di quanto avrebbe mai immaginato. Il paradosso della protagonista è uno degli aspetti più affascinanti della serie: più cerca di essere malvagia, più conquista l’affetto del principe. Questo dinamico gioco di contrasti tra le intenzioni di Alicia e i risultati delle sue azioni crea una storia che, pur non avendo una trama particolarmente complessa, è capace di intrattenere con leggerezza e umorismo.

La forza di Alicia risiede nella sua determinazione incrollabile. È una ragazza che non si lascia fermare dalle difficoltà e che affronta ogni situazione con il suo spirito di rivalsa. Ma ciò che rende il personaggio così interessante è proprio il suo lato vulnerabile, che emerge in modo inaspettato. I suoi momenti di imbarazzo e di cringe (seppur volutamente esagerati) donano un aspetto umoristico alla narrazione, creando un mix che spinge lo spettatore a tifare per lei anche quando le sue scelte sembrano mettere in discussione la sua moralità. La sua evoluzione, non solo come “villainess”, ma anche come personaggio più complesso, è uno degli elementi più riusciti della serie.

L’adattamento anime, prodotto dallo studio Maho Film e diretto da Yūji Yanase, è caratterizzato da un’animazione che, pur non essendo particolarmente innovativa, risulta funzionale e piacevole. La serie si inserisce perfettamente nel filone degli anime shoujo, con una cura per i dettagli che non raggiunge l’eccellenza, ma è comunque sufficiente per sostenere la narrazione. I personaggi, seppur non particolarmente elaborati, riescono a emergere grazie all’interazione tra di loro, e la sceneggiatura di Sawako Hirabayashi ha il merito di mantenere il ritmo e l’intrigo, senza mai appesantire troppo la trama.

Il vero punto di forza della serie è, però, Alicia. Il suo carattere forte e sfaccettato è ciò che la rende così affascinante. Nonostante alcune sue azioni possano sembrare dissonanti con l’idea di una villainess, il suo comportamento inaspettato e la sua personalità combattiva le permettono di guadagnarsi un posto nel cuore degli spettatori. Inoltre, l’interazione con il Principe è uno degli aspetti più divertenti della serie. La loro dinamica è una combinazione di tensione romantica e situazioni comiche, che tiene alta l’attenzione e alimenta il desiderio di vedere come evolverà la loro relazione.

A completare l’esperienza visiva e sonora ci sono la colonna sonora e le sigle. L’opening, “Baddududu” di Liyuu, è un brano energico che introduce perfettamente il tono della serie, mentre l’ending, “Wacchu Ane?” di Rin Kurusu, ha una melodia accattivante che rimane in testa dopo l’ascolto. La scelta delle canzoni gioca un ruolo fondamentale nel trasmettere l’atmosfera della serie, donandole un tocco in più che coinvolge emotivamente.

Nonostante la trama non sia delle più originali e la caratterizzazione di alcuni personaggi secondari, come Liz, sembri un po’ stereotipata, la serie riesce comunque a mantenere alto l’interesse. Liz, con la sua rivalità con Alicia, potrebbe nascondere un lato oscuro che, se esplorato nella seconda stagione, promette di arricchire ulteriormente la narrazione. Il Duke, principale interesse romantico della protagonista, è un po’ piatto e il loro rapporto, seppur interessante, non esplora a fondo il potenziale conflitto che potrebbe sorgere dalla loro dinamica.

“I’ll Become a Villainess Who Goes Down in History” è una serie che sa come intrattenere. Non si tratta di un’opera rivoluzionaria, ma il mix di commedia, fantasy e sentimenti riesce a creare un equilibrio che tiene incollato lo spettatore, episodio dopo episodio. Il suo punto di forza è senza dubbio Alicia, una protagonista che, nonostante la sua ricerca di malvagità, riesce a far sorridere e a farsi amare. Se siete appassionati di anime isekai e di storie di reincarnazione con protagonisti forti e caratterizzati da sfumature, questa serie è sicuramente da non perdere. La sua prima stagione, composta da 13 episodi, è disponibile su Crunchyroll, e l’attesa per una possibile seconda stagione è ormai inevitabile. I fan si chiedono come si evolverà la storia di Alicia e se riuscirà, finalmente, a diventare la villainess che ha sempre desiderato essere.

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